Campo Marzio


Il Campo Marzio o "Campo di Marte", era una zona pubblica di Roma antica, di circa 2 km₂, accessibile dall'esterno tramite la via Flaminia.

Prima della fondazione di Roma, il Campo Marzio era una bassa pianura delimitata a ovest da un'ansa del Tevere nei pressi dell'Isola Tiberina, a est dal Quirinale, e a sud-est dal Campidoglio.

Come narra Tito Livio, il Campo Marzio era in origine un campo in cui si trovava un altare dedicato a Marte e apparteneva a Lucio Tarquinio il Superbo, l'ultimo re di Roma che lo adibì a campo militare e a campo coltivato. Cacciato il re, il campo, già consacrato a Marte, venne trebbiato e il grano gettato nel Tevere, dove si dice che formò un'isola nel centro del fiume.

La zona rimase comunque fuori delle Mura Serviane, e fu utilizzata come pascolo di cavalli e pecore, ma soprattutto per addestramento militare sia dell'esercito che dei privati.

Evidentemente essendo stato dedicato a Marte, il dio romano della guerra, era stato da sempre adibito, almeno in parte, alle manovre militari.

Proprio per questo venne usato anche per la celebrazione dei trionfi, nonché per gli ambasciatori stranieri che non potevano entrare in città, e per i templi dedicati ai culti stranieri.

Nel 221 a.C., venne costruito il Circo Flaminio sul lato meridionale del Campo Marzio, nei pressi del Tevere, una grande pista per le corse dei carri voluta da Gaio Flaminio Nepote, che fece costruire anche la via Flaminia.

Sotto Silla, vennero venduti o donati lotti ai Romani influenti, edificabili con insulae e domus. In seguito divenne il luogo per comizi centuriati, incontri civici con armi, e per la milizia della città.

Pompeo vi costruì il primo teatro in pietra a Roma nel 55 a.C., il primo monumento della zona.

Giulio Cesare progettò di stabilirvi i Septa (spazi utilizzati per le elezioni), progetto poi completato da Augusto.

Nel 33 a.C., Ottaviano vi fece costruire il Porticus Octaviae, edificato col bottino di guerra della Dalmazia.

Sotto Augusto la zona divenne ufficialmente parte dell'Urbe, e il Campo Marzio venne diviso in due parti.

Nel Campo Marzio venne anche costruita dal Senato l'Ara Pacis Augustae, erigendo anche il grande orologio solare per celebrare l'istituzione della pace romana ad opera di Augusto.

Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto, possedeva nel Campo Marzio un terreno paludoso che fece trasformare nelle Terme di Agrippa, con fontane, statue, parchi e templi, e fece edificare la Porticus Argonautarum (il Portico degli Argonauti) e il Pantheon, che fu poi ricostruito da Adriano come si vede ancora oggi.

Nella zona nord, non popolata, venne invece fatto erigere il grande Mausoleo di Augusto. Ma altri monumenti vennero eretti, come il Teatro di Marcello, il tempio di Iside.

Dopo il grande incendio del 64, Domiziano ricostruì i monumenti bruciati più uno Stadium (odierna Piazza Navona) e un Odeion (una piccola sala per riunioni).

A poco a poco, il Campo Marzio si riempì di templi ed edifici pubblici, circhi, teatri, portici, bagni, monumenti, colonne e obelischi. Anche se l'area era originariamente dedicata a Marte, non vi si edificò alcun monumento a lui dedicato.

Quando vennero costruite le Mura Aureliane intorno al 270 anche il Campo Marzio fu incluso nelle mura.

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